Buongiorno readers! Come state? Oggi voglio parlarvi del libro "Le avventure dei fiori" di Andrea Ventura, un libro decisamente particolare e che mi ha tenuto compagnia per mesi.
Il papavero seppe che qualcosa nell’aiuola stava per cambiare, ma non sapeva se fosse pronto a reggere l’urto.
Trama: “Le avventure dei fiori” sono una raccolta di sketch comici, rivolti a chi cerca il proprio pollice verde ma non ha mai fatto caso al Giglio, o al Papavero, o al Gladiolo, in un insieme confuso di profumi. Agostorgio, bianco e spigoloso, è quindi il giglio protagonista di una serie di episodi tutti ambientati in un'aiuola che diventeranno col procedere delle pagine sempre più bizzarri e sconclusionati, e come se non bastasse mi servirò di un cruciverba, con tanto di definizioni e griglie pazze: avremo un sacco di personaggi sui generis come la Gerbera, la quale nasconde molti segreti; la Violetta e la sua voglia di cantare; l'olandese Tulipano e la sua insana, ardente passione per i formaggi ma anche un bellissimo fiore nero, la partecipazione straordinaria di uno stagno con tanto di papere e tartarughe e non mancheranno numerosissimi easter egg, uno fra tutti la partecipazione dei fiori alle Olimpiadi! Cinquantadue episodi, dunque, che sono rivolti a tutti coloro i quali cercano un momento di svago, un sorriso dietro una giornata no, un modo per ingannare il tempo mentre si aspetta dal dottore, alla posta, in banca o al supermercato; un modo per rispondere con la forza della risata a tutte le brutture del mondo, che, come direbbe il Ciclamino... che poi, a ripensarci, cosa direbbe il Ciclamino?
“Meglio un annaffiatoio oggi che un fazzoletto pieno di muco fra un mese”
Recensione: Ok, parlare di questo libro è più difficile di quel che credevo. Perché? In queste pagine sono raccolte le avventure del giglio Agostorgio e dei fiori che vivono con lui nella stessa aiuola. Un giorno, proprio accanto ad Agostorgio, cade una rivista di parole crociate dando il via a una serie di folli, incredibili e a tratti demenziali situazioni. Sì, perché il giglio entra in una vera e propria fissazione per le parole crociate, torturando e snervando tutti i suoi vicini.
La cosa assurda è che, giuro non so come, Andrea riesce a caratterizzare ogni fiore, rendendolo riconoscibile anche senza specificare chi sia. Non solo Agostorgio, ma anche il papavero accanto a lui, il bellissimo fiore nero, le violette... tutti con caratteri precisi e coerenti per tutto il libro.
E di cosa parla? Parla di api, alieni, delle papere nello stagno accanto, e di tutte le definizioni del cruciverba che, una volta risolte da Agostorgio, si materializzano portando il caos nell'aiuola.
Tutto in questo libro, dai dialoghi alle dinamiche, e folle e comico. Di quel tipo di comicità che rasenta l'assurdo, che è talmente fuori dai canoni che solo se se fuori allo stesso modo riesci a capire.
Ovviamente, io sono fuori di testa in quel modo lì e ho passato giorni e giorni a ridere guardando questi fiori vivere situazioni surreali e saperle pure gestire.
Il mio preferito del libro? Il fiore nero.
“Ma che ne sai, tu” lo contraddisse il bellissimo fiore nero. “Tu devi amarmi e basta”
È un libro per tutti? No.
Per apprezzarlo devi essere una di quelle persone che ride per le battute più assurde, che si scompiscia per il non sense.
Però, se rientri nel genere, allora non puoi perderti Le avventure dei fiori, perché Andrea Ventura riesce davvero a regalarti quelle risate sane, spensierate che fanno bene all'umore.
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