Buongiorno readers! Eccomi finalmente ad iniziare questa nuova avventura come contributor del blog. Non vedevo l'ora di scrivere la prima recensione e sono contenta di farlo con il libro Sulle tracce di Jack lo squartatore letto in anteprima per Oscarvault e che uscirà ufficialmente il 15 settembre in tutte le librerie.
Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d’esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.
Recensione: Aspettavo questo libro con impazienza e aspettative altissime, per cui quando ho iniziato la lettura ero già in pieno mood. La storia di Jack lo squartatore mi ha sempre affascinata, trovando nel macabro e nel dolore una risvolto sociale e psicologico interessante, per cui era ovvio che volessi leggerne anche questa rivisitazione.
Audrey Rose è una ragazza londinese del 1800, nata in una famiglia dell'alta società e cresciuta per farne parte. Eppure, dopo la morte della madre qualcosa si rompe negli equilibri familiari. Il padre, ormai terrorizzato da ogni possibile malattia, vorrebbe tenerla al sicuro rinchiusa in casa. Una bambola delicata sotto una teca di vetro. Per fortuna per la ragazza, suo fratello è dalla sua parte e cerca di coprirle le spalle per lasciarle fare ciò che più ama. Sezionare cadaveri.
Già, perché Audrey Rose ha una mente analitica e scientifica che non accetta di conformarsi alle regole della società, e tutti i giorni sgattaiola a casa dello zio, medico e professore universitario, per farsi insegnare il mestiere. La troviamo così, dalla prima pagina, con le braccia infilate fino ai gomiti in un cadavere, intenta a fare un'autopsia. Al suo fianco ci sarà Thomas, studente prediletto dello zio e brillante osservatore. Così, quando gli omicidi di Jack lo squartatore hanno inizio, va da sé che questo trio un po' macabro si ritroverà ad indagare sulle morti alla ricerca del colpevole.
La Maniscalco ha costruito una perfetta ambientazione, dalle tinte fosche e a tratti inquietanti. Per tutta la lettura si è avvolti dai dubbi, le paure e i sospetti di Audrey. I dettagli più splatter sono raccontati con precisione, senza mai cadere nel morboso e le dinamiche si svolgono con un ritmo sempre più incalzante. È stata una lettura coinvolgente, che ha saputo rapire la mia attenzione e trascinarmi tra le strade buie e paurose della Londra ottocentesca.
Unica pecca, per me, la parte psicologica. Sebbene ci sia in più momenti un'introspezione da parte di Audrey Rose, sul bene e il male, sulla moralità e su ciò che a volte si desidera, ma che scontra con l'etica, ho sempre avuto l'impressione di essere rimasta in superficie. Avrei desiderato scavare più a fondo nella sua mente, e in quella degli altri personaggi. Non solo le emozioni piu dirette, quelle che chiunque può raccontare, ma uno sguardo ancora più giù, alla ricerca di qualcosa di più complesso.
Al di là di questo, è stata una lettura piacevole, che mi ha affascinata e coinvolta e che consiglio senza dubbio. Anche perché, alla fine, ho avuto subito voglia di passare al secondo volume... e questo la dice lunga su quanto mi sia appassionata alla storia di Audrey Rose.
Io sono imprevedibile, e voi l’adorate. Proprio come io adoro il fatto che il mio cervello sopraffino non sia in grado di intuire l’equazione che vi governa».
PS menzione d'onore per Thomas, la controparte maschile che risulta decisamente un personaggio affascinante e promettente.
Alla prossima recensione,
Roby 😊
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