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Recensione Tutte le furie

 Buongiorno readers oggi vi porto all'interno di un libro davvero particolare, a cavallo tra ineluttabilità, sogno e vendetta.

Si tratta del libro "Tutte le furie" di Pietro Nicolaucich


La mia nemesi. Ho sprecato un’esistenza nell’ossessione della mia ne-mesi. Un nemico. Un odio talmente antico che non ne ri-cordo più nemmeno il motivo. Per tutta la vita ci siamo dati la caccia, senza tregua e con ogni mezzo, ma quell’eterno duello che nella sua conclusione avrebbe restituito una vita al vincitore, era diventato la vita stessa, il nostro unico scopo.

Trama: L'odio talvolta può trasformarsi in una dipendenza.Cosa accade quando questo sentimento è talmente radicato da far desiderare la morte della propria nemesi? Dopo decenni di duelli irrisolti, l’eterna faida tra due nemici giurati trova la conclusione in un inatteso suicidio. L’eredità di questo gesto è un libro misterioso il cui contenuto ne cela le motivazioni. Un biglietto scritto prima di togliersi la vita, evidenzia la centralità del testo per la scelta fatta. Le storie fantastiche, dai contenuti neri, nascondono un significato che deve essere scoperto. Un albero che sanguina, un’isola che sorge sulle acque di un naufragio, un uomo che vive in due direzioni temporali opposte sono solo alcuni dei racconti enigmatici che ruotano attorno ai temi del Fato, della Ciclicità e della Morte, riconducendo a vissuti personali.Pietro Nicolaucich, in una struttura narrativa a scatole cinesi fra thriller, realismo magico, orrore, avventura, nostalgia e memoria, sa tenere alto l’interesse con uno stile narrativo onirico che sconfina nell’assurdo, estendendo il suo linguaggio come tentacoli rampicanti che tutto avvolgono, generati dall’inconscio più recondito.

Un legame più forte di qualsiasi altro legame mai concepito. Uniti in un odio antico, universale, primitivo.

Recensione: Il libro Nicolaucich è una Matrioska in cui ogni nuova bambolina che scopriamo va ad aggiungere un pezzo, un dettaglio irrinunciabile al quadro più grande e complesso che è la trama intera.
Il nostro protagonista ha passato l'esistenza odiando il suo nemico, cercando in tutti i modi di porre fine alla sua vita e, nel frattempo, guardandosi le spalle da lui.
Per questo, quando all'improvviso la sua nemesi muore, gli sembra che la vita abbia perso senso. Anche davanti a quello strano lascito che, l'ormai ex rivale, gli fa recapitare dopo la morte, la sensazione è quella di esser stato privato di qualcosa. Nel libro che il suo nemico gli lascia sono raccolte diverse storie, tutte con un unico filo conduttore: la Ciclicità della vita, la Morte e Fatalismo. I tre cardini che, secondo lui, hanno  mosso e manovrato le loro esistenze portandoli non solo ad essere acerrimi rivali, ma condannandoli a un'esistenza di tentativi falliti per uccidersi e al non poter mai rinunciare all'obiettivo. Costretti così per sempre a odiarsi, rincorrersi e non prendersi mai fino al giorno della morte di uno dei due.

Non eravamo forse noi quelle due creature antiche, predestinate a combattere, anche se in realtà volevano solo potersi amare?

Attraverso la lettura delle storie narrate nel libro, e grazie ai ricordi che queste scatenano nell'ultimo sopravvissuto di questa eterna lotta, scopriamo i diversi tentativo di omicidio più o meno validi di entrambi, vediamo come l'odio a tratti diventava stima e lo svilupparsi di una sorta di legame, malato e di dipendenza, tra i due.
Una sorta di viaggio onirico nella ineluttabilità della vita e della morte, tra ambientazioni thriller e racconti permeati di realismo magico. La scrittura di Nicolaucich se ne frega un po' delle regole della narrativa e crea uno stile del tutto personale, poetico a volte, didascalico altre eppure, sempre capace di catturare l'attenzione. Una lettura che, senza che il lettore se ne accorga, ti inietta una continua dose di ansia e tensione, alla ricerca di un significato più grande, ma anche del futuro di chi è rimasto senza più uno scopo da perseguire.


Cominciai a temere per la mia stabilità: la mia completa esistenza era stata dedicata alla guerra e ora che tutto era finito, non ero più capace di dare un senso ai giorni che mi aspettavano.

Nicolauchic, inoltre, compie quello che per me è una vera dimostrazione di grandi capacità narrative, mantenendo il lettore sempre interessato alla trama principale, nonostante venga interrotta dalle differenti storie lette dal protagonista. 
Quindi non solo una bravura non indifferente nel creare racconti calzanti con l'atmosfera e utili ai fini della trama, ma anche la maestria nell'inserirli tutti nel posto e al momento più confacente ai fini della narrazione.
Insomma, un libro che per trama, stile e forma va assolutamente letto, quantomeno per scoprire una narrazione che si discosta dai canoni più moderni e che porta in sé sia il misticismo elegante sia i tratti tesi e affilati del thriller.

Mi manca l’odio che mi teneva in vita. Mi manca sapere che lui era sempre lì.

Vi auguro buona lettura,
Roby.


Ringrazio la casa editrice Horti di Giano per avermi fornito la copia digitale per la lettura.


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