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Segnalazione+ Intervista a Francesco Curti

Buongiorno lettori!
Eccomi qui con un'altra segnalazione firmata Geeko Editor.
Oggi parliamo di un libro che mi ha incuriosito moltissimo, parlo di Favole Felici per Bimbi bravi di Francesco Curti.

 



Formato: epub e pdf (disponibili entrambi al momento dell’acquisto)
Compatibilità: tutti i dispositivi
Pagine pdf: 108 p.
ISBN: 978-88-85948-04-4








AUTORE:
Francesco Curti nasce nel 1984 a Bracciano, paese pieno di baretti alle porte di Roma.Cresciuto tra Master System, scout e musica punk, passa gran parte della sua adolescenza a suonare il basso nei peggiori locali della contea e a sognare un futuro da nomade digitale. Oltre a nutrirsi in maniera ingorda di tutta la cultura pop anni '80 (e un pochino di quella degli anni '90 ma giusto qualcosina perché, ricordiamoci sempre, quelli erano gli anni delle terribili boyband) che comprende film, musiche e libri di inarrivabile bellezza.In seguito si laurea in “Lettere e comunicazione”, all'epoca andavano di moda 'sti mischioni tra facoltà che facevano tanto figo, e passa da un lavoro all'altro dimostrando una forte predisposizione al lavoro di squadra e al farsi pagare in visibilità.Nel 2015 si concede una lunga parentesi australiana e proprio durante questa esperienza Francesco decide di narrare le sue vicissitudini attraverso un blog, diaridiburro.wordpress.com, che gli darà un sacco di soddisfazioni e lo farà litigare con un cinese.Nel 2017 Francesco Curti va a vedere i Guns'n'Roses.Favole felici per bimbi bravi vol.1 è la sua prima opera pubblicata. Come suggerisce il titolo stesso, Francesco sta lavorando alla seconda parte.
TRAMA:
Il ricercato conte Vaniglio, dopo un passato di gloria da cacciatore di draghi, cerca di scrivere il romanzo della sua vita, ma le uniche imprese eroiche in cui si cimenta sono abbuffarsi di carbonara con la panna e raccontare avvincenti storie di gatti che bevono il brodo. Riuscirà a superare la crisi di mezza età e ad affrontare i suoi draghi?
Il piccolo Frollo vive recluso nella sua cameretta e si sente solo: neanche le interrogazioni via skype riescono a rallegrarlo. Decide quindi di costruirsi da solo un grande amico… O un amico troppo grande?
Il cantante Paul J. Limon ha ottenuto il successo con un motivetto deliziosamente commerciale, il classico tormentone estivo uscito a Natale, ma ora ha bisogno di ritrovare se stesso per creare delle melodie più sofisticate. Potranno aiutarlo un sedicente guru della musica, un misterioso tempio che trasuda saggezza e bauli cinesi contenenti inenarrabili ricchezze?Cosa hanno in comune tutte queste storie? Sono favole moderne che capovolgono gli standard della fiaba classica per rivelare in maniera irriverente dinamiche della nostra quotidianità. Ecco quindi che draghi, naufragi, reami, magie e robot diventano espedienti divertenti per sorridere della vita e per riflettere su situazioni di tutti i giorni.Queste “favole felici” si prestano ad una duplice chiave di lettura: da una parte riescono a regalare svago ed evasione dalla realtà attraverso storie fantasiose e curiose peripezie, ma, allo stesso tempo, riescono a mettere in luce l’assurdità delle problematiche del nostro presente, utilizzando arguzia e un pizzico di cinismo.Con una narrazione snella, scanzonata e sempre ben serrata, Francesco Curti ci fa passare delle piacevoli ore in compagnia di avventure, personaggi e scenari surreali che strappano una risata, ma anche in grado di affrontare con ironia temi scomodi e attuali. Una raccolta di fiabe dal retrogusto amaro, che ammiccano al lettore con leggerezza e humour un po’ grottesco.Tutte le favole sono accompagnate dalle bellissime illustrazioni di Ambra Filomarino: disegni dal tratto deciso ed evocativo, che con pochi tratti riescono a comunicare in maniera incisiva e profonda idee e riflessioni, integrandosi perfettamente con lo spirito delle favole, agili nella forma, ma sfaccettate nei contenuti.Una lettura divertente e dissacrante consigliata a tutti i cinici in cerca di una risata e a tutti gli umoristi un po’ depressi. Ma anche a tutti i “bimbi bravi” che riescono a cogliere l’ironia nelle situazioni paradossali del nostro presente.

INTERVISTA:
Da quanto scrivi e quanto sono vecchi i racconti nella raccolta? 
Nel corso di questi anni ho curato tanti interessi artistici, e le cose che ho scritto son rimaste chiuse nel cassetto (o in qualche pendrive!), incluso un romanzo, che però non farò leggere a nessuno perché penso sia scritto male (ridiamo)!
Quanto ai racconti, li ho scritti mentre ero in Australia, durante il periodo in cui ci vivevo, nel 2014. All’epoca tenevo un blog di viaggio, e nel frattempo ho tentato di scrivere alcuni racconti. Quelli che ho ritenuti validi li ho “portati con me”, gli altri sono rimasti nel mondo dell’inutilità.
Tenevi un blog di viaggio… la domanda nasce spontanea: come ti trovi a lavorare con il blog autore che Geeko Editor ti mette a disposizione? Pensi possa servire alla tua promozione come scrittore?
Assolutamente sì, anche se mi son reso conto di non trovarmi molto bene con i blog, a causa delle scadenze serrate degli articoli, che creano una frenesia nella creazione dei contenuti che alla lunga appiattisce un po’ la creatività… sono per la filosofia “quando ho qualcosa da scrivere, la scrivo“. Avevo un blog di viaggio quando ero in Australia, certo, ma a un certo punto sono dovuto tornare a casa, e quando mi sono ritrovato a scrivere della mia vita a Ladispoli quando fino a poco prima scrivevo dal deserto australiano la voglia è venuta un po’ meno [ridiamo].
Veniamo al libro; a chi consiglieresti Favole felici per bimbi bravi e quanto ti sei divertito a scriverlo e perché?
La risposta è strana: anzitutto lo consiglierei a me stesso! Durante la scrittura mi sono totalmente immedesimato nel lettore, cercando di trovare nella scrittura qualcosa che prima di tutto divertisse me. Paradossalmente credo che la chiave per creare una buona opera sia di non scrivere per il lettore, quanto piuttosto per soddisfare sé stessi. Quindi direi che in primis i racconti si rivolgono “a me”.
Quanto al motivo per comprare questo libro, ce ne sono tanti: non uso termini inglesi come “still life” o “brainstorming”.
Secondo (si fa di nuovo serio), anche se sono dei racconti personali mi piace molto l’idea di condividerli col mondo.
Perché tutto questo interesse per sovvertire la favola e farne qualcosa di così divertente e dissacrante? Qual è il tuo rapporto con i libri per l’infanzia e la favola?
Partiamo dal presupposto che le versioni delle favole che impariamo a scuola o che ci vengono raccontate da genitori e mass media durante l’infanzia sono molto diversedai loro prototipi originali, come quelle dei fratelli Grimm. Sono crude e violente, quasi horror,  danno un ritratto molto più cupo della realtà.  E arriva sempre, nella vita di un ragazzo, un momento nel quale scopre la verità, prendendo consapevolezza del mutamento subito dalla favola nel corso del decenni.
Ecco, il momento di questa scoperta estremamente comico: arrivi da un contesto nel quale vedi la favola come qualcosa di “infantile”, e passi a uno nel quale scopri la crudezza prima sottaciuta. Sembra un momento tragico, ma questa presa di coscienza mi fa ridere, e mi da’ materiale per creare pura ironia e far divertire gli altri.
Nei tuoi racconti si nota la voglia di prendere in giro il mondo che ti circonda e le sue stranezze; la domanda sorge spontanea: cosa pensa Francesco Curti del mondo di oggi? C’è da riderne o da piangerne (o magari entrambi)?
Io non penso di avere una visione “critica” del mondo in cui vivo, ma vedo accadervi delle cose che semplicemente mi fanno ridere molto. Solo per fare un esempio: tutti abbiamo degli strumenti straordinari per comunicare, come scrivevo anche sul mio blog di Geeko Editor ieri (trovate l’articolo qui, ndr), ma li usiamo per cose banalissime e futili come condividere i gattini sulle nostre pagine Facebook!
Internet è uno splendido caleidoscopio attraverso cui guardare le cose divertenti della società, e io ho voluto raccontare ciò che ho trovato di divertente in esso attraverso l’arma dell’ironia, tutto qui!
Qual è, di tutti i racconti che hai scritto, quello al quale sei più legato? E perché?
Da un lato sono molto legato a tutti quanti i racconti,senza distinzioni… dall’altro spesso e volentieri me ne scordoalcuni, senza problemi e senza pietà! (ridiamo).
No, seriamente: da una parte adoro tutti i miei racconti e me li rileggo, dall’altro tendo ad abbandonarli a loro stessi quando sono terminati, perché penso che finito il lavoro su di essi devo passare a qualcos’altro, a un altro racconto.
Se però dovessi farti il nome di una storia che amo molto, si tratterebbe del primo racconto nel quale ho inserito il testo di una mia canzoneFrollo e Robottolo (ma, devo dirti la verità, non ricordavo il nome [ridiamo]).
So che tu suoni, scrivi, hai molti collaboratori (fra cui Ambra Filomarino, l’illustratrice dei racconti) che sono inseriti nel mondo della creatività: è solo una mia impressione, o senti il bisogno di esprimenti a 360°?
Non vedo altri artisti con i quali ho lavorato come “collaboratori”, quanto come amici con i quale “faccio cose”.
A me piace “fare cose”: scrivere, suonare, creare video divertenti con Ambra.
Per me la creatività è creazione e narrazione di storie, e le storie possono essere scritte, messe in musica, disegnate… mi piace padroneggiare più mezzi possibili per raccontare il mio mondo, “le mie cose”, per trovare poi il mezzo migliore per raccontarle di volta in volta.
Cos’è per te l’umorismo, il far ridere gli altri attraverso una storia? Semplice passatempo o qualcosa di più?
E’ un a cosa che fa parte di me, una cosa che mi viene spontaneo fare, anche se la mia psicologa dice che devo smetterla (ridiamo).
A me piace tutto quello che fa ridere, e credo che fare ironia significhi parlare di cose serie in maniera diversa, però senza sfociare nella volgarità. E’ quello che adoro, è quello che mi piace fare.

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