Buongiorno lettori,
oggi parliamo della recensione pubblicazione della Oscar Vault, la ragazza che cadde in fondo al mare.
Aspettavo questo libro come una bambina aspetta Babbo Natale a mezzanotte. Avevo provato a leggerlo in inglese, ma alcune sfumature le perdevo e mi sembrava di non riuscire ad apprezzare a pieno la storia.
Così, quando la Oscar Vault ha annunciato che avrebbe pubblicato La ragazza che cadde in fondo al mare di Axie Oh, non stavo più nella pelle. Ho infilato il libro in wishlist in meno di due secondi, ma non ho fatto in tempo a comprarlo: una mia amica me lo ha regalato non appena uscito, rendendomi super felice!😍
Il Dio del Mare non è arrabbiato, Mina. È smarrito. Aspetta nel suo palazzo, ben oltre questo mondo, qualcuno così coraggioso da andare a cercarlo.
Trama: Tremende tempeste devastano da secoli il paese di Mina. È la furia del Dio del Mare, un tempo benigno, che si scatena, crede la gente. Per placarlo tutti gli anni una fanciulla viene gettata tra le onde. Sono in molti a pensare che la bellissima Shim Cheong, fidanzata del fratello di Mina, Joon, porrà fine a tutta quella sofferenza. Ma la notte in cui Cheong dovrebbe essere sacrificata, Joon la segue, pur sapendo che ciò significherà morte certa. Per salvarlo, Mina si getta tra i flutti al posto di Cheong. Trasportata nel Regno degli Spiriti, la ragazza si mette in cerca del Dio del Mare, ma quando lo trova scopre che è prigioniero di un sonno incantato. Con l'aiuto di un giovane uomo misterioso e di una bizzarra banda di demoni e spiriti, Mina decide che risveglierà il Dio del Mare e farà terminare una volta per tutte le tempeste assassine. Ma un essere umano non può vivere a lungo in mezzo agli spiriti. E c'è qualcuno disposto a tutto pur di non risvegliare il Dio del Mare…
Mi domando se accada in un giorno, che il tuo destino cambi. O se occorre un po' più tempo perché la vita ti verrà rubata.
La ragazza che cadde in fondo al mare è un retelling proveniente direttamente dalla mitologia coreana. Le sue vibes, molto sibili a quelle di "La città incantata", sono quelle tipiche dell'ineluttabilità del destino e delle eroine inaspettate. È stata una bella lettura, finita in una sola sera, fresca, ritmata e trascinante. Ma... non del tutto soddisfacente.
È grazie alle canzoni e alle storie che posso comprendere il mondo e le persone che lo abitano.
Partiamo da Mina, la protagonista della nostra avventura. È un personaggio pieno di potenziale, coraggiosa e colma di determinazione, la sua è la figura principale. Eppure, manca di profondità. Soprattutto emotiva, a mio (discutibilissimo) parere. C'è stata una scena, sul finale, dove scopre l'identità di qualcuno e il lettore si aspetta una reazione. Niente, forse uno degli incontri più importanti, viene liquidato come fosse una roba qualunque in dieci righe o giù di lì. Non so, secondo me meritava di essere più completa, come protagonista.
Tu pensi che gli dei debbano amare e prendersi cura degli umani. Io non sono d'accordo. Secondo me l'amore non si compra né esiste un modo per guadagnarselo, neanche con le preghiere. L'amore deve essere donato liberamente.
Shin, mio amato Shin! Coprotagonista, uomo misterioso che appare e sconvolge i piani di Mina senza pensarci due volte, Shin merita tutto il mio amore. Dal momento in cui appare è chiaro che sarà lui a reggere la narrazione. È carismatico, sfuggente, forte e tormentato. Dai... inutile dire altro, vero?
Il Dio del Mare è, invece, il personaggio più inaspettato per me. Non ha una vera presenza per gran parte del romanzo. Rotto, frantumato e balia degli eventi, il Dio del Mare mi ha commossa profondamente, volevo proteggerlo. Nonostante questo, anche per lui vale il discorso di Mina. Mancava qualcosa, quello spessore in più che lo avrebbe reso tangibile e non solo una leggenda antica.
Non ho bisogno di un Filo Rosso del Destino per sapere che se muori tu muoio anch'io.
Menzione d'onore però, per i personaggi secondari che, anche se non approfonditi come avrei desiderato, supportano molto bene le imprese dei protagonisti. Namgi, tra tutti, il mio preferito, con la sua ironia rinfrescante e il cuore gentile. Di Kirini avrei voluto sapere di più, ma ha trovato comunque il modo per rendersi interessante. Il trio di spiriti che aiuterà Mina, invece, ha il mio cuore. Davvero. Ho amato ogni gesto e parola che le hanno dedicato e le scene con loro sono state le mie preferite.
Infine, peccato per alcuna questioni lasciate in sospeso e, soprattutto, per il world building. Insomma, siamo sott'acqua, ma questa cosa viene mostrata solo a inizio libro e ogni tanto ci sono accenni fugaci. Mi sarei aspettata qualcosa di magnifico, uno sfruttare il potenziale di quest'ambientazione per rendere epica la narrazione e invece...
Lo so, lo so. Da quello che ho scritto sembra che il libro non mi sia piaciuto. Non è così. L'ho adorato, mi ha fatta rilassare, mi sono innamorata di Shin e anche se certe svolte nella trama le avevo previste, leggerle è stato interessante. Axie Oh ha una narrazione fluida e fresca, senza fronzoli e capace di trascinare il lettore pagina dopo pagina. Vi dirò di più, lo rileggerei volentieri come libro scaccia pensieri. Però, ecco, forse andrebbe letto con aspettative minori rispetto quelle che avevo io. Perché di sicuro La ragazza che cadde in fondo al mare è molto carino, ma non leggendario come speravo.
Ero arrabbiato, ma non con te. Ero arrabbiato con il destino che mi è toccato in sorte. Perché ho capito che, se tu ottieni ciò che vuoi, io perdo l'unica cosa che abbia mai voluto.
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