Buongiorno readers! Finalmente esco dal mio silenzio e torno a contribuire un pochino al blog. E come torno? Con un libro da cui mi aspettavo tantissimo e invece...
Ma andiamo per gradi. Di che romanzo parliamo? "IL RINTOCCO" di Neal Shusterman, terzo e ultimo volume della trilogia "Falce".
Si tratta di una serie distopica dove il mondo è governato da un'intelligenza artificiale -Thunderhead- che ha fatto in modo che la vita umana fosse pressoché perfetta: tutti hanno il lavoro dei sogni, piena libertà di pensiero, naniti analgesici nel corpo che li proteggono dal dolore fisico e mentale, puoi ringiovanire per non invecchiare mai e...non esiste più la morte naturale. Il Thunderhead gestisce alla perfezione tutto, ma non ha giurisdizione sulle Falci, la società che si occupa di spigolare la gente (ucciderla) per evitare il sovrappopolamento. Le Falci lavorano secondo un codice d'onore ben preciso e svolgono i loro compiti con rispetto verso le persone prescelte. Almeno, così dovrebbe essere. Perché quando ci sono di mezzo le persone, la perfezione non esiste e c'è sempre qualcuno che vuole più potere, più forza, che decide di sovvertire le regole per governare il mondo.
Alle Falci e al Thunderhead si aggiungo i Tonisti, una sorta di setta religiosa che vive secondo proprie regole...
Ecco, nel secondo libro (spoiler, attenzione) eravamo rimasti che Maestro Goddard, affamato di potere, aveva sovvertito le regole delle Falci e distrutto -uccidendo tutte le Falci più anziane del consiglio- l'equilibrio del mondo in favore della sua tirannia. E facendo questo, aveva anche ucciso Madame Anastasia e Maestro Lucifero, i nostri amati protagonisti e i fari di speranza per un futuro di nuovo giusto e corretto per le falci.
Bene, riassunto fatto, passiamo alla recensione. Ho amato alla follia i primi due libri, tanto che per me la serie si era aggiudicata un posto nel podio dei distopici... fino a questo volume.
Lo sapevo, me lo sentivo che sarebbe successo di nuovo, che un autore avrebbe trovato il modo per rovinarmi una serie che amavo e, infatti, è andata proprio così.
In questo volume, la narrazione quasi perfetta di Shusterman si rivela invece lenta, confusa, a tratti proprio spenta. Fin dalle prime pagine si capisce quale sarà il finale, almeno in parte, e manca la tensione emotiva e la forza empatica che aveva caratterizzato la storia fino a qui.
Sia chiaro, questo è solo un mio parere, non la verità assoluta, eh. Ma a mio avviso l'autore ha voluto strafare, cadendo però nel "troppo". Una moltitudine di elementi, di intrecci, di salti temporali...che invece di portare tensione, confondono, e danno l'impressione di non avere una vera logica. Fino ad arrivare al finale che ti lascia l'amaro in bocca e che, almeno per me, cozza con tutto quello che i protagonisti avevano vissuto e fatto in precedenza.
Insomma... è di certo una storia che merita di essere letta, soprattutto per le riflessioni su una vita in cui la morte non esiste, in cui puoi raggiungere sempre il successo, essere felice. In cui non esiste la depressione perché i naniti intervengono anche sulle tue emozioni... una vita così perfetta da atterrire a volte.
Però... avrebbe meritato un finale decisamente migliore.
Peccato, perché ero innamorata di questi libri.
Buona lettura comunque,
Roby.
Anche io sono rimasta molto delusa. Ho trovato molte scelte narrative senza senso, incluso il finale che secondo me manca di quella vena filosofica che c'era negli altri due libri
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