Buon giorno lettori.
Oggi, la nostra dolcissima collaboratrice Tiziana, ci porta la recensione di un libro a dir poco meraviglioso.
Parlo di Generazione Perduta di Vera Brittain
Titolo: GENERAZIONE PERDUTA
Autore: Vera Brittain
Anno: 2015
Genere: Nonfiction
Pagine: 640
Editore: Giunti
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TRAMA
Nel 1914 Vera Brittain si affaccia alla giovinezza. È brillante e anticonformista, decisa a cambiare un destino di moglie gentile e madre paziente diventando una delle prime donne ammesse in un selettivo college di Oxford. Con l'egocentrismo dei suoi vent'anni, inizialmente Vera considera la grande guerra soprattutto una scomoda interruzione delle proprie attività. Ma la portata degli eventi che stanno travolgendo l'Europa diventa presto chiara: la devastazione non è solo materiale, ma anche psicologica e spirituale. Lasciata Oxford, Vera diventa infermiera volontaria e serve la patria a Londra, a Malta, in Francia, mentre il fratello, il fidanzato, gli amici più cari perdono la vita nelle trincee. Sopravvivere a tutto e tornare a un nuovo genere di "normalità" non sarà facile. Dopo una risurrezione difficile ma necessaria, divenuta scrittrice e giornalista, Vera raccoglie le sue memorie in quest'opera incisiva e struggente, testamento ideale e tributo alla sua generazione. Il libro è un classico della letteratura inglese, perché attraverso la propria storia, vivida e sincera, Vera non racconta soltanto la disillusione e il dolore, ma anche il cammino di maturazione delle idee per le quali ha combattuto tutta la vita, armata solo della sua penna: pacifismo e lotta per i diritti delle donne.
RECENSIONE
Generazione perduta è un romanzo autobiografico ed è un classico della letteratura inglese, pubblicato nel 1933.
E’ ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e narra gli anni della guerra e di cosa questo abbia significato nella sua vita ed in quella di altri milioni di cittadini.
E’ diviso in tre parti: nella prima parte racconta la sua vita da studentessa e da figlia, la sua decisione di andare ad Oxford fino all’inizio della guerra; la seconda parte vede lei nel pieno della guerra e la sua decisione di diventare infermiera al fronte, per sentirsi utile all’umanità; infine, nella terza ed ultima parte, c’è la sua vita da sopravvissuta.
Nella premessa al libro, la scrittrice chiarisce lo scopo del suo libro:“Da quasi dieci anni sentivo il bisogno di scrivere qualcosa per mostrare a tutti quello che la guerra in sé e il periodo successivo hanno significato per gli uomini e le donne che sono nati poco prima che scoppiasse”.
Cresciuta in una famiglia della media borghesia inglese, che da lei si aspettava un matrimonio facoltoso, rifugge da questo ambiente e dai suoi valori e rivendica il suo diritto di studiare e scrivere: “A diciotto anni, a una giovane donna intellettualmente curiosa non possono più bastare i bei paesaggi”.
Decide, quindi, di studiare letteratura al Somerville College di Oxford - dopo una forzatura sul padre che non era affatto d’accordo - ed è in questo periodo che conosce il grande amore della sua vita, Ronald Leighton.
Il suo mondo viene sconvolto dall’inizio della guerra, che, tuttavia, la trova alquanto indifferente, tutta presa dai suoi progetti.
“Quando scoppiò, la Grande Guerra non entrò nella mia vita come una tragedia di proporzioni straordinarie, ma piuttosto come un’esasperante interruzione dei miei progetti personali”: e lei stessa riconosce che questa è una visione egoistica “del più grande disastro della storia”.
Nell’estate del 1915 Vera, però, resasi conto dell’imponenza della guerra e del suo significato, sceglie di lasciare gli studi per arruolarsi come infermiera nella V.A.D. (Voluntary Aid Detachment), mentre sia il fratello (Edward Brittain, 1895-1918)che il fidanzato (Roland Aubrey Leighton, 1895-1915) si sono arruolati come volontari nell’esercito britannico. Entrambi non torneranno più a casa.
Nonostante tutto la vita va avanti e Vera deve fare i conti con se stessa ed il mondo che la circonda da sopravvissuta.
“La nuova vita, persino per me, impiegò diverso tempo prima di poter cominciare, perché cercando di nascondere i miei ricordi, la guerra rifiutava ostinatamente di essere dimenticata…”.
“La guerra era finita…una nuova era stava iniziando…ma i morti erano morti e non sarebbero più tornati”.
Lo stile è fluido e la lettura risulta veloce e scorrevole. E’ un romanzo storico, autobiografico, che parla d’amore e di libri e di poesie: un romanzo toccante e struggente. Lo consiglio!
Di Generazione perduta, definito dalla critica “ il libro capace di spiegare una generazione alla successiva ”, Virginia Woolf disse:“Sono stata sveglia l’intera notte per leggerlo”.
Da questo romanzo è stato tratto il film Testament of youth del 2014 diretto dal regista James Kent.
NOTIZIE SULL’AUTORE
Vera Mary Brittain (Newcastle-under-Lyme, 29 dicembre 1893 – Londra, 29 marzo 1970) è stata una scrittrice, pacifista e giornalista britannica.
Il primo romanzo pubblicato da Vera fu The Dark Tide (1923). Nel 1933 pubblica Testament of Youth a cui farà seguito, nel 1940, Testament of Friendship e Testament of Experience nel 1957. Molti dei suoi romanzi si basano su esperienze reali e persone reali.
La scrittrice visitò spesso il cimitero militare inglese situato a Louvencourt, in Francia, dove si trova la tomba del fidanzato Roland, ma non superò mai la morte del fratello Edward, che la spinse a far spargere le proprie ceneri sulla modesta tomba ove giace, nel piccolo cimitero britannico di Granezza, sull'Altopiano dei Sette Comuni. Questo avvenne nel 1970, quando Vera si spense all'età di 76 anni.
Quando morì a Wimbledon il 29 marzo 1970, la sua volontà fu che le sue ceneri fossero disperse sulla tomba del fratello Edward sull'Altopiano di Asiago, in Italia - "... per quasi 50 anni gran parte del mio cuore è rimasto in quel cimitero del paese italiano" disse. Sua figlia ha onorato questa richiesta nel settembre del 1970
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