Carissimi readers,oggi Tiziana ci parlerà di un libro uscito un pò di tempo fa ma che continua ad affascinare i lettori con la sua meravigliosa copertina.
Conoscete questo libro?
Titolo: Il bosco del cervo bianco
Autore: Paolo Morganti
Anno: 2014 (seconda ristampa 2015)
Genere: romanzo storico
Pagine: 512
Friuli, 1531
Pre’ Michele è disperato.
Dopo l’ennesima indigestione, questa volta contratta durante il pranzo che segue il sospirato
matrimonio tra lo speziale Martino da Madrìsio e l’eterna fidanzata, la mugnaia Mèliga, è stato mandato dal suo superiore a digiunare lontano dalla contea.
Il prete goloso viene spedito sei mesi in Carnia, dove dovrà sostituire il pievano di Cescláns. Partito con il morale a terra, dopo le iniziali ritrosie è accolto con affetto dalla nuova comunità, che gli fa scoprire un nuovo modo di vivere.
Dopo alcuni giorni, Michele fa la conoscenza di Math, un giovane uomo molto saggio e alquanto
misterioso, che gli svela poco a poco la storia del popolo Celtico, coinvolgendolo in un’avventura al
limite del credibile, tra drùidi, dèmoni e antiche leggende.
Nel frattempo, Martino si è calato con gioia nelle vesti di marito. Quando, vinto dalla malinconia, decide di andare a trovare l’amico pievano sui monti, in sua assenza Mèliga diventa vittima di un intrigo ed è accusata di stregoneria.
Al suo ritorno, Martino scoprirà con orrore chi vi è dietro al complotto ordito per vendicarsi di lui.
Messo di fronte al tragico epilogo, esploderà la sua ira.
RECENSIONE
Questa è la quarta avventura nel Friuli del Cinquecento del pievano prè Michele e dell'alchimista
Martino. La storia si svolge a Cescláns, in Carnia, dove il prete entrerà in contratto con i Celti.
"Tra le genti galliche, ci sono tre categorie
di persone che vengono onorate in modo particolare: i bardi, i vati e i druidi.
I bardi sono cantori e poeti, mentre i vati sono divinatori e filosofi della Natura.
I druidi, invece, studiano contemporaneamente la filosofia della Natura e quella morale. Essi sono
considerati i più giusti tra gli uomini e per questa ragione si ricorre a loro per dispute private e della
comunità"
Definirei questo romanzo un giallo con ambientazione storica e con rimandi alle origini della venuta dei Celti nelle Alpi friulane, seppur l'autore abbia dedicato la maggior parte del libro alla storia dei Celti e alle loro leggende, relegando il giallo alle ultime cinquanta pagine.
Ho trovato il romanzo scorrevole e piacevole nella lettura, anche se mi ha ricordato altri romanzi dello stesso genere: quindi direi nulla di nuovo.
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